Maria Elena GRILLO

Cancer Coach®

Maria Elena GRILLO

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Ti racconto la mia storia...

Ciao! Mi chiamo Maria Elena e ho 47 anni.
Sono sposata da 15 anni con Graziano e ho tre figli, Raffaele, Martino ed Ester.

Fin da piccola, a soli due anni e mezzo, ho sperimentato il dolore con la morte di mio padre. Sono cresciuta con una madre forte e generosa a cui va la mia profonda gratitudine per l’ amore e i valori profondi trasmessi, ma allo stesso tempo molto fragile per un problema di salute.

Per questa ragione, fin da adolescente mi sono ritrovata, mio malgrado, investita della figura di caregiver senza averne gli strumenti adatti, sostenendo una responsabilità più grande delle mie forze.

Ciò ha maturato in me una ipersensibilità nei confronti dei suoi bisogni e delle sue necessità, tralasciando invece troppo spesso i miei.

Ho sempre vissuto stando attenta a far sì che i miei comportamenti non potessero nuocere al suo delicato equilibrio, cercando di essere una figlia modello che eccelleva nello studio
per ripagare i suoi sacrifici, irreprensibile e perfetta.

Pur di non urtare il suo delicato equilibrio, ho iniziato anche ad adattarmi totalmente alle sue decisioni, evitando lo scontro.

Così, senza saperlo, le stavo delegando la mia felicità e io non mi assumevo la responsabilità delle mie scelte di vita: superiori, università, un impiego sicuro che però non sentivo mio, ho fatto scegliere perché era più semplice così.

Quando sono entrata nel mondo del lavoro, inconsciamente ho messo in atto il meccanismo di vita che avevo imparato da piccola: fare di tutto per accontentare gli altri con totale abnegazione, ricercando continuamente all’esterno conferme sul mio valore.

Conferme che spesso però non arrivavano, suscitando in me sentimenti di rabbia, ansia e frustrazione.

Nel frattempo mi sono sposata e sono diventata mamma di tre bellissimi bambini.

Anche nell’ambito familiare ho continuato a vivere in funzione degli altri: prima di me venivano sempre la casa, i figli, la scuola dei figli; ho abbandonato anche l’acquagym, l’unico sport che mi abbia mai appassionato praticare, per cui non trovavo mai il tempo e le energie necessarie.

Correvo dalla mattina alla sera come un criceto pazzo e mi sentivo sempre insoddisfatta, non realizzata, stanca.
Spesso mi rifugiavo nel cibo per placare la mia ansia di vivere.

Capita anche a te? Gli anni intanto sono passati.
Sempre di più sentivo covare dentro di me una rabbia repressa nei confronti di chiunque, soprattutto in ambito lavorativo

Sentivo che nessuno riconosceva le mie qualità.
Lavoravo più del dovuto, davo il meglio di me per essere un’impiegata modello, una mamma e moglie modello, una figlia modello… ma non era mai abbastanza, lo standard era troppo alto, le frustrazioni erano all’ordine del giorno.

Alla fine ho tirato troppo la corda e il mio corpo ha ceduto: la malattia ha bussato con un tumore al seno, dentro me sono scoppiati sentimenti di rabbia, panico, sconforto e disperazione.

E pure là non ho pensato a me stessa, ma come avrei fatto a comunicarlo agli altri membri della famiglia.

Mi sembrava che tutto fosse finito.

Ho passato un mese chiusa in casa a piangere. Era troppo per me, non ce la facevo, non avevo la grinta giusta per affrontarlo, come mi disse un medico.

Poi un giorno per caso, (ma io sono convinta di no), mi sono imbattuta nel sito di Mara Mussoni cancer coach, e ho deciso di farmi seguire da lei.

Ed è così che ho iniziato un percorso che avrebbe cambiato la mia vita.

Ho imparato ad affrontare quello che mi stava capitando, cure e terapie, con tutto un altro spirito e ho capito che la malattia non era arrivata per caso, ma per darmi un messaggio potente che dovevo ascoltare.

Io valgo, io sono all’altezza, io sono la mia priorità, mi devo ascoltare, devo curare le mie esigenze interiori, i miei pensieri, le mie relazioni .

Devo imparare a smetterla di esserci sempre per gli altri a prescindere, a dire di no senza paura, e invece a dire sì a me stessa. Concedermi del tempo solo per me non è egoismo, ma vero amore, perché solo dopo aver fatto qualcosa di rigenerante per me, posso a questo punto dedicarmi con serenità agli altri.

Mi sono concessa tutto il tempo necessario per questo viaggio interiore, fondamentale per guarire al pari delle terapie mediche (sostenuta indubbiamente anche dalla mia fede), che mi ha portata a conoscermi e a cambiare, lasciando andare finalmente bisogno di approvazione, perché ero diventata consapevole delle mie risorse.

Chi mi conosceva si stupiva nel vedermi così trasformata, energica, vitale, con mia grande soddisfazione.

Una delle cose che si sente più frequentemente dire da un ammalato è che gli manca la vita di prima.
Ma siamo sicuri che la vita, com'era prima, andasse bene?

Una malattia cronica come il tumore non arriva improvvisamente, ma dopo anni di infiammazioni a livello corporeo e comportamenti e soprattutto relazioni e pensieri stressanti.

Nel percorso di coaching tutto ciò viene analizzato a fondo per far prendere coscienza al coachee delle molteplici ragioni che hanno fatto da substrato alla malattia, e di tutto ciò che è in un suo potere per cambiare in maniera funzionale al suo benessere.

Quasi senza volerlo ho iniziato ad applicare ciò che ho appreso nel mio percorso ai familiari e amici in difficoltà, perché si sentissero più gioiosi e leggeri.

Ho deciso di approfondire le tematiche frequentando il master in coaching oncologico di primo livello, e dopo essermi appassionata, ho seguito anche il secondo, per diplomarmi coach oncologica certificata con Mara Mussoni.

Vorrei aiutare anche te ad affrontare la vita con più serenità e gioia, liberandoti da zavorre inutili che ti fanno stare male, che tu stia vivendo la malattia o meno.

Tanta pena, infatti, la creiamo noi stessi con nostro modo di percepire la vita e ciò che ci accade. Ma questa percezione distorta si può cambiare. E si può stare meglio. Lo dice anche la scienza.

È quello che succede quando la mattina ti alzi e ti dici che oggi sarà una giornata piena di impegni gravosi che non avresti nessuna voglia di affrontare, e di incontri con persone che non vorresti incontrare, e non sai come arriverai a sera, e quasi quasi ti dai per malato e resti a letto…

oppure, invece, ti alzi con un pensiero potente, un obiettivo, un’idea creativa che senti tua: magari gli impegni e gli incontri saranno gli stessi, ma la giornata prenderà tutta un’altra piega.

Lo so, è difficile durante la malattia trovare un solo motivo per alzarsi dal letto, ma ricordati che tu non sei la tua malattia, continui a essere Giorgia, Rosalia, Franco, Massimo…

Quello che ti piaceva, quello che ti faceva stare bene, continua a farlo anche adesso, la vita continua perché la malattia fa parte della vita…

Sta a te scegliere come viverla e fare della sofferenza un’opportunità di crescita e rinascita; io ti posso aiutare perché l’ho provato sulla mia pelle per ben due volte.

Che cosa dicono di me?

Vuoi parlare con me?
Chiamami al 335.1392638

Preferisci scrivermi? Scrivimi qui… 
info@cancercoach.it

Mara Mussoni Cancer Coach
San Marino – COE SM23880