Relazioni

Relazioni – L’esperienza di Tiziana

“ nulla arriva per caso “ …

Questa è la mia prima consapevolezza, appresa nel momento in cui ho incrociato la mia strada alla tua, Mara.

Questo perché ho avuto la forza di “ affrontare me stessa, la mia zona di confort “, volevo capire, comprendere me stessa ed il significato della malattia e se da essa potevo trarre insegnamento.

Dopo un percorso individuale con te, avendo precedentemente maturato dentro di me un profondo desiderio di poter essere “ luce “ per gli altri, ho capito che questo master mi avrebbe aiutata su due fronti tra loro connessi ed indiscindibili.

Avrebbe ( ed ha ! ) aiutato principalmente me, e mi avrebbe dato strumenti per poter attuare il mio desiderio di aiuto alle persone in disagio emotivo e psicologico.

Infatti, durante le sessioni ho appreso che non si può credere di poter aiutare un malato oncologico se non si è fatto proprio il cammino di crescita personale, attraverso strumenti e conoscenze che il corso stesso ti dà. Inoltre ho compreso che il “ servizio di aiuto “ non è mai fine a sé stesso, cioè non è solo per il “ paziente “, ma anche il paziente dà/insegna a me tramite sue esperienze di vita e attraverso i feedback di sessione/incontro. ( considerando i diversi  piani di relazione della situazione stessa )

Precedentemente al corso, dopo la fase di malattia ( carica di rabbia, paura, disperazione ) mi sentivo nella fase di negazione/adattamento, cioè sentivo ancora l’incertezza della situazione, ma mi facevo carico di non manifestare i miei sentimenti, spesso non capiti, e continuavo a impormi la solita vita in modo automatico, robotico creandomi insoddisfazione, diventando sempre più autogiudicante e giudicante verso gli altri, controllante di ogni cosa e situazione.

Dal corso di coach oncologico ho imparato, passo passo, a conoscermi, a rispettarmi, ad accettarmi a volermi bene, a dedicarmi tempo, a dire di no.

Sembrano belle parole, lo so…ma non è così! Come riuscirci, quindi ?

Innanzitutto ascoltando attivamente chi prima di me ha vissuto l’esperienza, la ns. ANIMA del corso, e ciò che in anni di studio ed introspezione ha realizzato.

Poi mettendoci volontà, costanza, tempo di attesa, nonostante le pause naturali e fisiologiche  date dalla nuova metabolizzazione.

Ma andrò con ordine, il “mio ordine” costruito durante le sessioni del master.

Ho compreso fin dalla prima sessione quanto la COMUNICAZIONE abbia importanza e quanto essa possa influenzare la ns. vita con effetti placebo o nocebo , a seconda anche di quanto io dia autorevolezza alla persona che mi comunica il “concetto”.

Ho adottato nella mia nuova forma di comunicazione l’ascolto attivo ma anche il percepire e ascoltare dentro di me il messaggio neutro/scremato dal condizionamento delle trappole di sopravvalutare/sottovalutare, giudizio, etc.. cercando di portare la conversazione in un flusso circolare e   chiedendo dei feedback.

Per comunicare intendo ogni forma essa rappresenti: parole, gesti, modi di parlare, atteggiamenti, modi di vestire, di gesticolare, di guardare .. il silenzio! Qui abbiamo analizzato i 5 assiomi della comunicazione e grazie a questi ho capito quanto siano fondamentali e quanto dovrebbe divenire una consapevolezza fin da piccoli. ( insegnamento scolastico al fine di educare alla comunicazione )

Perché dico che è l’ essenza saper comunicare sia che io sia il trasmittente, che il ricevente?!

Perché comunicare è il principio di ogni forma di relazione interna ed esterna!

Perché la ns. comunicazione genera sensazioni/emozioni che creano convinzioni ( legate anche al mondo esterno vedi successivamente Epigenetica ) ed azioni che poi ci fanno agire nel costruire la ns. realtà. La ns mente dà messaggi consapevoli o inconsci al ns corpo; per cui se la ns. mente sta nel negativo ( insoddisfazione, tristezza, delusione, rabbia, paura etc.) il mio corpo vibrerà di energia negativa ( basse frequenze ) creando il mio ambiente psicofisico stressogeno e generando stress cronico, malattia e la mia realtà.  ( omeostasi e scala emozioni e frequenza emozionale )

Ecco perché è fondamentale conoscere e divenire consapevoli di queste dinamiche interne ed esterne.

Ho attivato su di me l’ automatismo, dato dalla consapevolezza e conoscenza appunto, che ogni qualvolta sento di essere in questa trappola mentale del “ negativo/ non farmi star bene “ di cambiare la mia percezione della realtà, partendo proprio dagli imput della mente ( programmata naturalmente al risparmio energetico, allo stare nel negativo e nella zona di confort sviluppata )

Esercizi che proprio come dicevo poco fa, da subito ho messo in atto  e hanno permesso di far  virare la mia situazione. Eccoli :

  • I 3 grazie che mi centrano su ciò che ho, che non ho mai visto o ascoltato o sentito, mi creano stato di abbondanza, quando fino a prima ero nella pochezza.
  • Le 3 cose belle che mi danno benessere e speranza, fiducia, positività
  • I 3 io sono che ti ridanno o creano autostima, forza, volontà

Questi semplici in fondo ma potenti esercizi mi hanno dato centratura e consapevolezza !

Successivamente  ho introdotto l’ esercizio del potere della narrazione, che davvero sblocca piccoli e grandi traumi/difficoltà.

Questo perchè parto sempre dal “ problema oggettivo “, ma sposto/cambio il mio punta di vista fino a farlo diventare il MIO NUOVO comunicare “BENESSERE” da quella data situazione alla mente e al mio corpo, che piano piano si adatterà con la costanza delle “nuove frequenze” e genererà una nuova situazione di benessere psicofisica.( mente corpo anima )

Quindi davvero abbiamo il potere dentro di noi, noi siamo i registi della ns. mente come si è visto durante le sessioni.

Però, dopo aver maturato questa consapevolezza ed attuato strategie di intervento, ho compreso soprattutto  che, ns. malgrado, l’essere umano è condizionato fin dalla nascita dai 4 BISOGNI INCONSCI

  • Bisogno di riconoscimento/approvazione
  • Bisogno di legame appartenenza
  • Bisogno di certezza
  • Bisogno di incertezza.

Quindi come poter attuare e rendere funzionali i metodi pratici fino ad ora riportati, in modo da non essere completamente e abitudinariamente condizionati ?

Grazie alla CONSAPEVOLEZZA che nasce dalla conoscenza intrinseca di essi.

Abbiamo visto che mettendo “ nero su bianco “ i vantaggi/svantaggi di questi bisogni, via via né prendi consapevolezza, rendendoti conto di quanto essi abbiano influenzato le tue emozioni, convinzioni/azioni, relazioni…realtà.

Ho compreso quanta energia e tempo impiegato a compiacere gli altri, a dare sempre di più e meglio solo per sentirsi considerata, amata, accettata. Ho capito che questo meccanismo non portava mai alla mia soddisfazione del bisogno ed innescava dinamiche disfunzionali ( sempre disponibile, ipercritica e giudizio negativo per se stessa, inadeguatezza, sensi di colpa etc. ) sia in me che nelle relazioni, creando stress cronico e malattia.

Ho compreso quante volte sono scesa a compromessi oltre misura solo per essere riconosciuta parte di quel “ gruppo/sistema “, perdendo me stessa.

Ho compreso che tutte le certezze che pensi di avere e sulle quali metti le fondamenta della vita, in realtà non sono poi così certe come crediamo o vogliamo raccontarci e che ci impediscono di vivere liberamente e mettersi in gioco, creare, dare tempo a sé.

Ho capito che ogni certezza può essere “ benevola” se vissuta con la sua naturale ed intrinseca incertezza.

In fondo questo è ciò che ora sento, trovare l’ equilibrio che porta benessere in quel dato momento della tua vita anche relativamente ai bisogni inconsci dell’ essere umano, che proprio perché inconsci saranno parte di noi. Il segreto è esserne consapevoli e “ gestirli”, cosicchè in una data situazione io li riconosca e riesca a rielaborare la mia emozione, azione e realtà.

Questo è un capolavoro che ogni essere umano può fare per se’ stesso, ma inevitabilmente influenzerà gli altri, in quanto microrganismi di un macrosistema.

A ns. volta però siamo influenzati dall’ ambiente esterno. L’ ambiente esterno è sempre più forte, proprio perché MACROSISTEMA, del ns. ambiente interno. I due ambienti sono correlati tra loro in modo inscindibile.  L’ambiente esterno dà inevitabilmente il ns. imprinting e crea le nostre convinzoni.

Proprio in relazione a ciò, si è visto che ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci cogli impreparati ed al quale non sappiamo rispondere con strumenti adeguati.

L’intensità del trauma e dell’ emozione determinano l’area del cervello colpita e l’organo corrispondente con la relativa gravità della malattia ( riferimento le 5 leggi biologiche del Dott. Hamer )

Quindi usando lo strumento pratico della ruota della multifattorialità della patologia cronica si porta l’attenzione del paziente alla percentuale di incidenza delle varie aree (10% cibo, 10% nutrimento liquido, 5 % ambiente/aria, 10% attività fisica, 5% genetica, 60% pensieri emozioni) che hanno generato la malattia.

Il paziente quindi da solo con questo strumento avrà consapevolezza di cosa sia effettivamente accaduto e si rende più consapevole della situazione in cui la malattia si è creata.

Come interagire, quindi, in modo efficace, con ascolto attivo, assenza di giudizio, competenza e giusto distacco emotivo ?

E’ noto che ci sono convinzioni limitanti e resistenze nella fase di malattia, soprattutto in quella oncologica.

Inizialmente ci si sente senza speranza, senza potere, in preda alla rabbia, alla vergogna. Il paziente è in una “ confusione mentale”  totale. Si ha paura della malattia, non si è più nel presente e si “ vive” nel futuro.

Alcuni, poi, passano nella fase della negazione/adattamento alla sofferenza.

Compito fondamentale del Cancer Coach è far prendere coscienza del SIGNIFICATO DELLA MALATTIA, stimolandolo, informandolo, stando al suo fianco con competenza e con gli strumenti necessari.

Oltre agli esercizi concreti fino ad ora esposti, ad esempio, per abbassare la soglia della rabbia posso consigliare l’esercizio dei 101 Vaffanculo, l’esercizio dello scrivere 3 cose belle, 3 grazie, scrivere le emozioni che mi riconosco,3 io sono, esercizio fisico in base alla situazione del momento, disegnare, cantare, meditare, mantra di guarigione …spostare quindi l’attenzione del paziente altrove.

Come rendere consapevole di ciò? Attraverso la ruota della vita che abbraccia tutti gli aspetti in cui si vive ( amore, famiglia, lavoro, collettività, amicizie, salute, spirito, finanza ) .

Il paziente disegnerà la sua ruota della vita individuando “ da solo “ dove lui abbia sempre indirizzato la sua attenzione/energia ed il grado di benessere ottenuto.

Se il paziente diventa consapevole ed “ accetta “ la malattia, senza controllarla, senza contrastarla con sentimenti negativi, facendosi domande su cosa mi sta dicendo la malattia , trasforma la fase dolorosa, che va accolta inizialmente, in opportunità.

Opportunità di crescita e di RINASCITA.

Raggiunta, quindi, la consapevolezza posso iniziare ad AGIRE, passo passo e con costanza per portare la mia attenzione ed energia in aree diverse, creando la mia nuova OMEOSTASI.

Questo perché come già detto, cambio il mio pensiero, la mia sensazione ed emozione, la mia azione, la mia conseguente risposta corporea, che poi, con il necessario periodo di adattamento, rimanda il feedback di benessere nuovamente alla mente.

Così facendo si crea anche oltre alla tanta risposta interna, anche una risposta esterna, quella che ricevo dall’ ambiente circostante ( legge di risonanza )

Ma accennavo prima  che ci sono convinzioni /resistenze limitanti sia nel paziente oncologico sia nel caregiver, colui che si prende cura del malato.

Qualsiasi forma di resistenza va accolta con tempi e modalità diverse a seconda della persona e della situazione.  Il Cancer coach sa che il cambiamento avviene solo se il paziente è pronto a riceverlo e volerlo. Ogni cambiamento che operiamo è dato dal grado di consapevolezza maturata nel paziente.

Non possiamo “ obbligare “  qualcuno ad ascoltare un messaggio che non è pronto a ricevere. MA NON DOBBIAMO SOTTOVALUTARE il potere di piantare un seme !

La resistenza non è una caratteristica della persona, ma nasce dalla sua interazione con il tipo di cambiamento richiesto, dalla persona che lo richiede, dal contesto e momento.

Ecco perché è fondamentale conoscere la storia ( episodi salienti ) ed il contesto in cui vive il malato.

Conoscere le dinamiche relazionali in cui vive il paziente che lo condizionano e possono generare ulteriori blocchi e credenze.

Spesso il caregiver “ cade “ nelle dinamiche di:

-Protezione ( non racconta come sta ) e la risposta del malato è di trattenere a sua volta le emozioni

-Lamentela e qui entrambi ingigantiscono il problema perché pongono l’attenzione SOLO lì, ed il malato soddisfa il suo bisogno inconscio di riconoscimento

– Abbandono ( paura di non saper gestire l’evento ) e la risposta del malato è rabbia e sentirsi incompreso

– Invasione ( data da troppo responsabilità e senso di appartenenza ), il paziente reagirà con ulteriore stress emotivo

– Sottovalutazione/Negazione ed il malato si sente non compreso, riconosciuto, amato e genera rabbia e frustazione.

Ricordiamoci sempre che le parole creano un effetto pragmatico ( importanza del saper comunicare – cit. P. Watzalwick  ) e esse influiscono sull’ esito della terapia ( Prof. F. Benedetti dal libro “Effetti placebo e nocebo 2 ).

Chiaro è dunque che  il malato oncologico è soggetto a resistenze/credenze. Per il malato oncologico esiste in primis la PAURA DELLA MORTE, sia essa manifestata o inconscia ( la paure vanno accolte in quanto emozione primaria ed intrinseca dell’ essere umano). Per andare incontro e “ gestire” l’intensità della paura invalidante per il paziente, sarà opportuno interrogarsi sul perché di quella paura, sul quanto io posso fare per allontanarla e trovare gli strumenti adeguati per uscire da quella stessa situazione.

Ho maturato che la paura tende sempre a far vedere le cose peggiori di quel che sono!

Il percorso che può mettere in atto il Cancer Coach sarà determinante, anche in funzione del fattore tempo e percorso già creato dalla malattia. Ma il portare anche in questa situazione CONSAPEVOLEZZA al paziente significa comunque AVER RIDATO VITA alla SUA MORTE ( citazione personale data da mie riflessione ed esperienza personale ), aver messo mente, corpo, anima in pace ed in connessione con l’universo/divino.

Ogni azione data dal Cancer Coach di strumento pratico, dopo aver accolto ed ascoltato il paziente , deve essere flessibile, chiara, minimale ed autocorrettiva, a seconda dei feedback che ricevo.

Mentre mi relaziono con me stessa ( auto-consapevolezza) nello scrivere questa tesi dell’ esperienza del MASTER PER DIVENTARE COACH ONCOLOGICO, mi rendo conto sempre più di quanto io abbia appreso, di quanto io apprenderò, di quanto io sia cambiata e trasformata, di quanto ancora diverrò trasformazione. Certo è che quando sei, come me, in questa fase nasce naturalmente la curiosità, lo stimolo, la voglia di comprendere, interrogarsi, conoscersi, aiutare sé e gli altri.

Proprio così gli altri… durante il mio percorso in queste 10 intense sessioni, ho avuto sempre costanza di energia e voglia di comprendere, a tal punto che alcune volte mi sono chiesta anche quanto il mio desiderio di “ essere luce “ per gli altri non fosse dettato principalmente dal bisogno inconscio di riconoscimento. Questo mi ha dato un momento di instabilità, che ho accolto e che ho lasciato in stand-by volontariamente, perché avevo capito che la risposta mi sarebbe maturata al momento opportuno.( lascia andare, grande risultato per me ! )

Bene, ora sono consapevole che se parte di un progetto “ divino “ esso prenderà forma nei tempi e modi connessi con le mie energie e quelle dell’ universo. Sono consapevole, che se mi sarà data l’ opportunità di continuare questo percorso con la scuola di Coaching Oncologico, potrò “ esercitare “ questo mio bagaglio di consapevolezza professionalmente, senza MAI DIMENTICARE però che questa per me diventerà oltre che una eventuale professione futura, la MIA MISSIONE DI VITA, IL MIO SENSO DI VIVERE, LA GIOIA DI VEDER BRILLARE LE PERSONE CHE INEVITABILMENTE FARANNO BRILLARE ME   (Ho compreso che voglio lavorare su me anche sul crescere ed aiutare con sentimento di umiltà)

Mentre lo scrivo ho le lacrime agli occhi, capisco che sono chiamata in qualche modo e forma a questo ed io lo “ devo “ a me stessa ed al creato umano, visto il dono della vita che ancora è in me. E’ in fondo il mio modo di dire GRAZIE !!!!

Credo e spero di aver trasmesso in questo “ piccolo “ , ma immenso” trattato “ le conoscenze apprese, il mio divenire, il mio sentire… ma spero davvero con tutto il mio cuore di RINGRAZIARTI, MARA, PER QUELLO CHE MI/CI HAI DATO in termini di conoscenza, strumenti operativi MA e dico MA per AVERCI “ REGALATO “ LA TUA VITA e AVER DATO SENSO ALLA NOSTRA .. Posso SOLO RINGRAZIARTI  E RINGRAZIARE LA TUA INTELLIGENZA EMOTIVA, LA TUA TENACIA, LA TUA ANIMA CHE CONTINUA A SPRIGIONARE ENERGIA POSITIVA in questo mondo diventato arido di ciò.

Spero davvero ti arrivi nel leggere queste righe l’intensità di ciò che provo ora! Ma sono certa che saremo davvero in contatto energetico. Così come spero di poterti abbracciare prestissimo!

Bene ora concludo, semplicemente con questa affermazione che è ciò che tu hai creato in me e ciò che io vorrei con tutta me stessa donare agli altri:

“ TI HO FATTA CANTARE QUANDO NON SENTIVI PIU’ NESSUNA MELODIA DENTRO “ Con gratitudine ed affetto, Tiziana

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