Il Cancro nelle donne

Il Cancro nelle donne: quanto incidono l’ansia e lo stress nel percorso di cura?

 

Si dice che la donna, quando riceve una diagnosi di cancro, soffrono molto di più rispetto a quando contraggono qualsiasi altra malattia. Cosa c’è alla base di questa affermazione?

In questo articolo, dedicato così come quelli precedenti “Il legame tra stress, depressione e cancro al seno non più solo ipotesi, ma certezza” e “Stress e cancro: esiste una relazione scientifica?”, desidero affrontare un tema di grandissima importanza, ovvero quello della correlazione fra lo stress elevato e il cancro.

Per affrontare questo argomento ho deciso di avvalermi dell’esperienza acquisita in questi anni al fianco delle donne malate di cancro e di studi condotti scientificamente sul rapporto fra i disturbi dello stato d’animo e il cancro nelle donne. Affrontando la prospettiva dal lato femminile, non intendo dire che il cancro per l’uomo non sia doloroso o fonte di stress: ricevere una diagnosi di tumore, qualunque sia il tipo di cui si è affetti, è una condizione talmente disarmante ed inaspettata, da sconvolgere la vita di chiunque.

Dell’ansia e dello stress che accompagnano la diagnosi di cancro ho già parlato in numerosi articoli. Se ti interessa approfondire il tema e capire quali sono le cause reali che generano livelli così elevati di stress, ti consiglio di leggere questi articoli: “Rafforza l’autostima con il cancro: ricomincia da te stessa!”; “L’ansia nel paziente oncologico: riconoscerne le cause, per risolverla all’origine”; “Ansia nel paziente oncologico: come trattarla e gestirla attraverso la meditazione e il movimento corporeo”.

Cominciamo col dire che sono numerosi i fattori che possono influire sull’esperienza della malattia: il sostegno familiare e sociale, l’età, le risorse su cui ciascuno di noi può contare, la propria personalità. Secondo la letteratura scientifica anche il genere può costituire un fattore capace di influenzare e condizionare la sofferenza vissuta dai pazienti oncologici.

Cancro nelle donne e negli uomini: perché non è la stessa cosa?

La sensibilità alla diagnosi di cancro differisce nell’uomo e nella donna. Con “sensibilità” intendo il modo di reagire all’esperienza dolorosa della diagnosi di cancro e al tipo di tumore di cui si ammala.

Secondo i dati forniti dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica, il carcinoma mammario ha rappresentato nel 2015 la prima causa di morte per cancro nelle donne.

  • Il tumore al seno rappresenta il 29% delle neoplasie femminili, seguito dai tumori del colon-retto (13%) e del polmone (8%).
  • Negli uomini, invece, prevale il tumore della prostata (18%), del colon retto (15%) e del polmone (14%).

Allo stesso modo si riscontrano differenze nel tasso di sopravvivenza.

 

  • Il cancro più frequente nelle donne – come abbiamo detto il tumore al seno – ha un tasso di sopravvivenza dell’87% a 5 anni dalla diagnosi (si tratta di statistiche relative al periodo 2005-2009). Nel caso del tumore maschile alla prostata il tasso di sopravvivenza sale al 91%.
  • La sopravvivenza a tutti i tumori, esclusi i carcinomi della cute, in generale è del 54% nell’uomo e del 63% nelle donne. Sembra, pertanto, che le donne muoiano meno di cancro rispetto agli uomini.

 

Il cancro al seno: bisogni e necessità della donna

Se consideriamo dunque i dati sopra riportati, il fatto che il tumore al seno rappresenti una delle principali cause di morte nelle donne non è un fattore da trascurare.

Naturalmente al variare delle patologie, cambiamo anche le esigenze che la persona matura rispetto alla malattia stessa.

Quando una donna si ammala di cancro al seno, intervengono profondi cambiamenti nello stile di vita della donna. Essi sono provocati dalle conseguenze e dai disagi fisici che il tumore al seno provoca, ma anche dall’impatto psicologico che il carcinoma mammario esercita.

Ammalarsi di cancro al seno altera, infatti, la percezione della propria immagine di donna.

Il seno è tradizionalmente un elemento importante dell’identità femminile. Per molte donne, di fatto, la perdita di una mammella equivale alla perdita della femminilità. Il seno svolge un ruolo cruciale nella capacità di attrarre e nel sesso, due aspetti quasi sempre interessati da un intervento chirurgico o un trattamento oncologico. Ecco perché quando ci viene diagnosticato il tumore al seno, sentirsi donne “complete” non è più facile.

Ci guardiamo allo specchio e ciò che vediamo sono cicatrici e tagli, che ci ricordano costantemente che qualcosa nella nostra vita è cambiato e niente tornerà come prima. Quella parte del nostro corpo resterà sempre la più vulnerabile, come a ricordarci che siamo fragili ed impotenti e che quello che è già successo potrebbe risuccedere. Se è già accaduto una volta, cosa potrebbe impedire che la malattia si ripresenti nuovamente.

Quello che vedi è solo imperfezione: un corpo fisicamente provato e compromesso, che porta indelebilmente impressi i segni della malattia.

Ecco perché nella maggior parte dei casi ammalarsi significa perdere la propria autostima, trovare la forza di ricominciare ad essere donna e sentirsi di nuova bella e desiderata.

 

Il benessere di corpo e mente come obiettivo terapeutico dopo un cancro al seno

Paura, tristezza, ansia e mancanza di autostima sono elementi comuni nei tumori che colpiscono le donne. Ed è importante tenere sempre presente, come già spiegato negli articoli sopra citati, che i cambiamenti nella sfera emotiva possono influenzare in maniera preponderante il decorso della malattia.

Tutto questo è scientificamente provato e supportato da ricerche e studi condotti da equipe mediche competenti ed esperte.

Ecco il motivo per cui quando si scopre di essere malate di cancro, è assolutamente fondamentale non trascurare mai i propri bisogni psicologici ed emotivi, che appartengono in maniera totalizzante dell’esperienza stessa del cancro.

Il trattamento cui il medico decide di sottoporci non dovrebbe mai prevedere solo la chemioterapia e la radioterapia con il relativo trattamento farmacologico, ma anche misure utili a controllare o contenere l’ansia da intervento e a guidare la delicatissima fase di post-intervento, il momento in cui facciamo ritorno nelle nostre case, ci sentiamo più sole e vediamo duramente compromessa la nostra dimensione sessuale e femminile.

Fiducia e autostima devono essere gli obiettivi principali di un percorso di rinascita personale e di cambiamento che individua, come meta e traguardo finale, il nostro benessere fisico ma soprattutto mentale.

Questi obiettivi sono gli stessi che tantissime donne come te si sono poste, dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro, rivolgendosi a me per affrontare il proprio percorso di crescita emotiva.

Attraverso piccole e semplici micro-pratiche quotidiane, esercizi pratici e soprattutto un confronto costante con me e con altre donne che condividono la loro stessa condizione, ciascuna di loro è riuscita a migliorare la qualità della propria vita, trovando in sé stesse le risorse per affrontare la delicata esperienza della malattia e tutte le conseguenze che, come abbiamo visto, ne derivano.

Anche tu puoi diventare una donna migliore e smettere di sentirti inutile, costantemente insoddisfatta e triste. E’ arrivato il momento di smettere di avere paura degli ostacoli che la vita mette sul tuo cammino e di affrontarli con il coraggio e la forza necessarie ad essere tu stessa l’artefice del tuo destino.

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