Cancro e stress

Cancro e stress: esiste una relazione scientifica?

 

In questo articolo, dedicato ad un tema cui per la sua cruciale importanza ho dedicato numerosi articoli (ti segnalo ad esempio: “Lo stress abbassa le difese immunitarie: ecco come evitare le conseguenze negative”; “Cosa provoca lo stress, nemico del sistema immunitario e del nostro benessere psicofisico”), voglio farvi riflettere sulla relazione scientifica che esiste fra stress cronico e cancro.

Secondo un’analisi condotta su oltre 150.000 persone coinvolte in Scozia e Inghilterra esiste un legame specifico fra la possibilità di ricevere una diagnosi di cancro ed eccessivi livelli di stress. Questa ricerca è stata prodotta mettendo insieme studi che analizzano il comportamento e lo stato di salute di un certo numero di persone per un lungo periodo, circa 9 anni e mezzo, osservando nel tempo i cambiamenti più significativi.

L’analisi ha messo in evidenza che, su un totale di 163.353 persone, nel lasso di tempo considerato nell’osservazione si sono verificati 16.267 decessi e di questi 4353 per cause riconducibili al cancro.

Le informazioni sono state raccolte attraverso test di valutazione compilati da ciascuna delle persone coinvolte: quest’ultimo mirava a misurare i livelli di ansia e depressione. Dalla somma dei dati è stato possibile formare 4 gruppi di persone in base al loro punteggio:

  • Nessun sintomo di stress (0 punti)
  • Basso livello di stress (1-3 punti)
  • Moderato livello di stress (4-6 punti)
  • Elevato livello di stress (7-12 punti).

Le persone appartenenti al gruppo n°4, ovvero quelle che hanno rivelato un livello di stress elevato, hanno evidenziato un rischio di morire di tumore superiore al 32% rispetto alle persone che, al contrario, presentavano un livello di stress inferiore. Ciò significa che le persone che soffrivano di stress acuto ed elevato avevano un rischio di morire di cancro maggiore di un terzo rispetto alle persone con stress contenuto e ridotto.

Quali sono i tipi di cancro di cui queste persone dimostravano di soffrire?

In base alle statistiche rilevate è emerso che le persone, fra i vari tipi di tumore, avevano un rischio maggiore di contrarre un cancro all’intestino, seguito da quello alla prostata, al pancreas, all’esofago e infine dalle leucemie. In particolare, medici e studiosi hanno osservato che per il tumore all’intestino e per il cancro alla prostata esiste una relazione molto lineare fra livelli di stress elevati e il tumore: ad un aumento anche minimo del livello di stress corrispondeva un analogo e parallelo aumento del tasso di mortalità per tumore.

Perché vi sto riportando i dati raccolti da questa ricerca?

Il mio obiettivo non è spaventarvi o crearvi preoccupazioni ulteriori, bensì quello di mostrarvi che esiste un legame comprovato fra stress e cancro. Ciò significa che quando trascuriamo noi stesse, sottoponiamo il nostro corpo e la nostra mente a sforzi ed energie eccessive, non teniamo conto dei segnali di allarme che il nostro organismo ci invia, senza accorgercene stiamo esponendo noi stesse a rischi di stress elevati e, dunque, a rischi maggiori di contrarre una malattia grave come il cancro.

Qual è la ragione scientifica e biologica di tutto questo?

Ricerche e studi dimostrano che in condizioni di forte stress fisico e mentale, il numero dei linfociti NK, responsabili di preservare la salute dell’organismo e di difenderlo dagli attacchi esterni, si riduce drasticamente, sgretolando così le barriere naturali che il nostro corpo possiede per proteggerci dalle malattie. Allo stesso tempo si altera l’asse ormonale fra ipotalamo e ipofisi, le ghiandole che secernono gli ormoni preziosi per la salute del sistema immunitario, ed aumenta anche la risposta infiammatoria dell’organismo, peggiorando la qualità della nostra vita e compromettendo il benessere del corpo. Ad aumentare è anche il livello di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress. Qual è la conseguenza generata da tutti questi fattori? Semplice: la nostra capacità di difenderci dal cancro viene irrimediabilmente compromessa e minata.

E a confermalo sono proprio i dati medico-scientifici. Ciò che avviene a livello biologico ed ormonale ha una diretta correlazione e traduzione in una maggior probabilità di ammalarci di cancro.

Ma come si fa a ridurre i livelli di stress, tenendo a bada ansia e preoccupazioni per evitare che diventino irreversibilmente eccessivi?

Le soluzioni sono tante e tutte percorribili: dalla meditazione, alle pratiche di rilassamento quotidiane, agli esercizi fisici distensivi e per ultimo, ma non per importanza un percorso mirato di consapevolezza sulla persona.

Infatti Tutte le prime attività hanno alla base un denominatore comune, che, se non presente, rende inefficace e vano qualsiasi tentativo di ridurre lo stress. Sto parlando della capacità di comprendere quali sono le cose che ci fanno stare davvero bene e quali, al contrario, ci provocano quotidianamente sofferenze, ansie e dolore, compromettendo il nostro rapporto con noi stesse e con gli altri.  

Imparare a capire le nostre emozioni e, soprattutto, a controllarle e a guidarle non è affatto facile ed implica una profonda conoscenza e consapevolezza di ciò che siamo, di ciò che desideriamo e di ciò di cui abbiamo bisogno. Si può ottenere solo impegnandosi in un percorso graduale di crescita personale che, giorno dopo giorno, ti permetterà di diventare una donna migliore e più padrona delle sensazioni e dei segnali che il corpo ti invia.

È esattamente questo il tipo di percorso che le donne che si affidano alla mia consulenza intraprendono, per migliorare la qualità della loro vita e riportare il benessere e la serenità nella loro quotidianità.

Se senti che l’ansia sta prendendo sempre più possesso di te, impedendoti di vivere in equilibrio fra bisogni ed emozioni; se desideri ridurre i tuoi livelli di stress, evitando che il perdurare di questa condizione fisico-emotiva logorante aumenti il rischio di contrarre la malattia; se cerchi un modo per riprendere la tua vita nelle mani ed invertire la tendenza negativa che senti di stare prendendo ora, è arrivato il momento di affrontare il cambiamento.

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Fonte della ricerca citata nell’articolo: The BMJ; GIORNALE.IT

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