Ho scoperto la parola “caregiver” e mi sono sentita sollevata. Come diventare un caregiver e una donna migliore

Jessica ha solo 26 anni.
Come tutte le ragazze della sua età, nel tempo libero dal lavoro, ama andare a ballare con le amiche, uscire con il fidanzato e fare shopping.

Il suo sogno nel cassetto, in un futuro non tanto lontano, è quello di avere una famiglia esattamente come la sua, numerosa e solida, dove la mamma e il babbo, sempre presenti, le hanno insegnato ad essere forte, tenace e ad impegnarsi sempre, in ogni situazione.

Una mattina di Aprile del 2018 il suo mondo si è rovesciato.

E’ successo tutto all’improvviso. Alla mamma Grazia, dopo una normale visita di routine, come se ne verificano tante tutti i giorni a tante donne in Italia, è stato diagnosticato un cancro al seno.

Ma come è possibile che tutto possa essere distrutto da una sola diagnosi?
Come è possibile che basti una parola pronunciata da un medico per sconvolgere così profondamente la vita di una ragazza, che tutto ha nel cuore e nella mente fuorché la paura della morte e del dolore?

A Jessica tutto questo non sembra possibile.

La malattia improvvisa della mamma, a cui tanto è legata, ha sconvolto completamente la sua quotidianità e non solo quella. Dentro di lei qualcosa si è rotto e non c’è nessuna parola o consolazione che possa riaggiustarlo.

Per affrontare questo dolore Jessica si chiude in sé stessa.
In un castello di silenzio, che nessuno può penetrare: né il fidanzato, né tanto meno le amiche, che lei giudica ora troppo superficiali e “leggere” per poter comprendere anche solo un pizzico di ciò che vive.

Rabbia. Tanta rabbia. E’ questo il sentimento che ora domina ogni suo pensiero quotidiano.

La domanda che più prepotentemente rimbomba nella sua testa ora è “perchè????”.
Perchè doveva capitare proprio alla sua famiglia? Non poteva capitare a qualcun altro?
E perché proprio alla sua mamma: che ha sempre lavorato duramente per garantire alla famiglia benessere e prosperità. Non ha mai pensato a sé stessa. Non si è mai ritagliata per sé un solo momento di benessere.

E anche in questa situazione Grazia continua a preoccuparsi per i figli. Mentre i due figli, ormai adulti, sembrano aver affrontato la situazione con la giusta forza d’animo, è Jessica, la figlia più piccola, che la preoccupa di più!
Non vuole sprecare neanche un momento del tempo che gli rimane stando lontana da lei.
Ciò di cui ha bisogno Grazia ora è di comprensione. Ora più che mai.

Ed è proprio Grazia a rivolgersi a me, chiedendomi di insegnare a Jessica a superare questo momento; a mettere da parte la rabbia e il rancore verso la vita e la malattia, per godersi ogni minuto che le resta per trascorrere momenti belli con la mamma; ad essere una caregiver migliore, per usare il termine che descrive la figura che supporta un caro a cui è stato diagnosticato il cancro,

Ed è proprio la parola “caregiver” che a Jessica salva la vita.

Riconoscere quanto può essere importante e prezioso per la madre l’aiuto e l’amore che può darle in questo momento così difficile permette a Jessica di crescere più velocemente di quanto una vita senza scossoni le avrebbe permesso, diventando la donna forte, comprensiva e tenace che renderebbe orgogliosa qualunque madre.

In questi mesi, da Giugno 2018 ad oggi, ho sempre cercato di trasmettere a Jessica un’importante quanto necessaria verità: essere forti non significa negare a sé stessi i propri difetti e le proprie debolezze, ma accettare consapevolmente la realtà, con la certezza che è del tutto normale, quando le emozioni sono forti, essere incapaci di dominarle e lasciarsi invece sopraffare.

Le ho insegnato che la vita è ingiusta. A volte sa essere crudele, addirittura.

Ma essere coraggiosi significa saper accettare le sconfitte, le delusioni, gli ostacoli e le difficoltà che la vita ci mette davanti, trovando un lato positivo anche quando sembra impossibile vederlo.

Il percorso che abbiamo intrapreso non è stato facile: il nostro dialogo molte volte si è interrotto con lacrime, altre volte con scambi litigiosi e parole dure.

Ma la mia esperienza di cancer coach mi ha mostrato come canalizzare queste emozioni negative in emozioni positive e occasioni di crescita.

Ho mostrato a Jessica come affrontare la vita da caregiver con degli strumenti pratici quotidiani: esercizi pensati per trasformare le emozioni in energia esplosiva, in forza, in coraggio.

Jessica ha ritrovato il proprio equilibrio, la voglia di ricominciare ad uscire con le amiche e a condividere momenti romantici con il fidanzato, il desiderio di fare shopping e lavorare con impegno ogni giorno, per costruirsi il futuro, come la mamma le ha insegnato.

Grazie al mio aiuto Jessica ha trovato nel proprio cuore la forza per stare al fianco della mamma e tenerle la mano durante le lunghe sedute di chemioterapia o quando, una volta a casa, non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto e a sbrigare le normali attività quotidiane.

Ha saputo tirare fuori il coraggio per affrontare, senza demordere, tutte le volte che il dottore, guardando le analisi e verificando i progressi della cura, comunicava alla famiglia che le terapie non stavano avendo gli effetti desiderati e che c’era il rischio che Grazia non superasse il Natale.

Invece Grazia il Natale l’ha superato ed anche la Pasqua in famiglia.
Si è spenta in una piovosa mattina di fine Maggio, dopo mesi trascorsi a lottare contro una malattia di fronte alla quale non si è mai arresa.
E non si è mai arresa perché il coraggio glielo ha dato una famiglia che non l’ha mai lasciata sola, anche quando c’è stato bisogno di stringere i denti e tenere duro.

Purtroppo ci sono cose della vita che anche l’amore più grande non può cambiare.

Stai affrontando una malattia?
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Come cancer coach possiamo cambiare il modo in cui vivi e affronti la malattia.

Ci siamo passate.
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