Come supportare un malato di cancro

Come supportare un malato di cancro

Il sostegno dei familiari e degli amici è un fattore che riveste un’importanza fondamentale nel percorso di guarigione di una persona che convive col cancro. Per quanto possa esserci un dialogo aperto e un legame molto solido, nessuno purtroppo è veramente preparato ad affrontare le ripercussioni di una malattia grave in famiglia.

La paura di non sapere cosa dire o di dire cose sbagliate può portare a chiudersi nel silenzio. Il mio invito è a non cadere in questo errore, perché verrà il momento in cui sarà necessario affrontare l’argomento e parlarne. Tenersi tutto dentro non è d’aiuto, viceversa parlando si scopre che paure e ansie sono condivise e si può provare ad affrontarle insieme.

 

Ricordiamoci bene che la paura crea il silenzio, che mette muri, ma con la parola e l’ascolto questi muri si possono abbattere!

Studi di psiconcologia hanno dimostrato che i pazienti malati di cancro che condividono con i propri cari le preoccupazioni trovano sollievo dalla sofferenza, si sentono più motivati a portare avanti le terapie e più sicuri delle proprie scelte, sentono di avere più controllo della situazione e vivono con maggiore consapevolezza le varie fasi della cura.

 

Ho riassunto in 3 parole chiave alcuni aspetti utili per chi vuole dimostrare affetto e vicinanza a una persona cara malata di cancro.

TEMPO

Accettare l’incertezza del futuro è il primo passo da compiere per riuscire ad essere veramente di supporto a un malato di cancro: mantenere un atteggiamento positivo, ma consapevole, permetterà di parlare anche di questioni importanti che magari sarebbe più difficile affrontare in seguito. È lecito quindi informarsi sullo stadio del tumore, sulle procedure terapeutiche, sulle conseguenze delle cure, sulle paure e le decisioni del malato inerenti al percorso di cura, ecc.
È di grande beneficio anche passare del tempo insieme, vivendo l’OGGI anziché aspettare con ansia il DOMANI. Curate il rapporto giorno per giorno, senza fare progetti o programmi che non siano spontaneamente del malato. Non serve fare cose speciali, quello che conta è la qualità del tempo trascorso insieme.
Se il malato chiede di stare da solo può davvero sentire il bisogno di tempo da passare in solitudine e anche questo sentimento va accettato e rispettato.
Potrebbe essere utile anche vedere il mio video “Riappropriarsi del tempo con il cancro” che spiega la percezione del tempo per un malato di cancro, oppure rileggere il mio articolo a riguardo.

ASCOLTO

La miglior dimostrazione d’affetto è la presenza e l’ascolto. Saper ascoltare una persona cara che si mette a nudo ed esprime il proprio dolore non è affatto una cosa semplice: quello che vi dirà sarà pesante, duro, sconfortante, … accogliete quello che vi viene detto, senza giudicare. L’emozione può essere talmente forte che resterete senza parole: esprimetevi con i gesti, il corpo parla e saprà far capire alla persona cara l’affetto e la vicinanza. Le espressioni del viso sono in grado di trasmettere sollievo ed empatia, mantenete sempre il contatto visivo, ascoltate con attenzione ed evitate distrazioni o interruzioni durante la conversazione.
Un abbraccio ha in sé molte più parole, delle parole stesse!
Per capire meglio come il contatto fisico può dare beneficio al malato, consiglio di guardare il mio video “Convivere col cancro – dal corpo arriva il dolore ma anche il benessere”.

RESPONSABILITÀ

Una diagnosi di cancro, porta alla necessità di prendere numerose decisioni, per esempio sul tipo di cura o trattamento, sugli specialisti da cui farsi seguire, ecc.
È importante che il paziente rimanga il soggetto “responsabile” delle proprie decisioni: come sottolineo sempre, essere parte attiva del proprio percorso di guarigione è un fatto determinante per affrontare al meglio il cancro. Amici e familiari possono essere di supporto, aiutare in modo pratico ed emotivo, ma il malato deve rimanere al centro della situazione per poter maturare delle scelte consapevoli e non subirle dall’esterno.

E se qualcuno è tentato dal pensare di essere più adatto a prendere decisioni rispetto al caro malato, tenete presente che l’affetto rende difficile valutare obiettivamente cosa sia meglio per un’altra persona e che soprattutto il sentire di ognuno di noi è completamente diverso. Siamo unici ed irripetibili, avere l’umiltà di accettare questa realtà aiuta anche a comprendere che non è possibile sostituirci ad altri.

Se il malato vi chiede di affrontare le decisioni da prendere, date la vostra opinione con la massima sincerità ma cercate di non oltrepassare il limite influenzando la sua scelta. Piuttosto spronatelo a vagliare in profondità le varie opzioni e scegliere la sua strada.
Conoscere e rispettare i desideri e le volontà del malato può essere di grande aiuto anche se dovesse arrivare il momento di farsi carico delle decisioni perché lui/lei non è più in grado di farlo.
Ancora una volta limitate la vostra volontà e cercate di capire e accettare quella del malto, rispettando sempre le sue scelte. Nei casi di rapporti familiari conflittuali o quando ci sono punti di vista divergenti, può essere di grande aiuto parlarne anche con dei professionisti esterni che possono chiarire aspetti fondamentali e guidare la famiglia in un percorso di consapevolezza.

Nel mio lavoro di Cancer Coach, seguo sia malati che caregiver, perché il contesto in cui viviamo determina la nostra vita e se siamo circondati da persone malate, è necessario comprendere le proprie emozioni, dare libero sfogo a stati d’animo e pensieri, quanto lo è per il malato stesso. Quindi il consiglio che do è imparate a chiedere aiuto, non pensando sempre di non meritarselo o di non averne diritto.

“Nel diventare più maturo, scoprirai, che hai due mani.
Una per aiutare te stesso. Una per aiutare gli altri!”

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