Come il cancer coaching può aiutare chi vive l’esperienza del cancro

Come il cancer coaching può aiutare chi vive l’esperienza del cancro?

La figura professionale del cancer coach nasce in Nord America, dove l’approccio alla cura e alla guarigione è molto più pratico e orientato a raggiungere risultati efficaci in breve tempo, proprio come avviene in ambito sportivo. Ed è da qui che infatti deriva il concetto di “coach”, ovvero di un allenatore che ti guida e ti prepara con esercizi concreti ad affrontare le prove che si trova di fronte un malato di cancro o chi gli sta vicino (familiari, partner e caregivers in generale).
Non a caso quindi i miei primi insegnamenti di Cancer Coaching li ho avuti da una scuola che ha sede in Canada, la IAPCC (International Association of Professionale Cancer Coaches). L’Associazione Internazionale di Cancer Coach Professionisti conta già molti coach “survivor”, ovvero liberi professionisti che supportano e aiutano altri pazienti, grazie alla formazione multidisciplinare arricchita da un plus incomparabile: quello di aver già superato loro stessi la malattia.

Con orgoglio posso dire di essere la prima Cancer Coach in Italia!
Questa figura è ancora poco conosciuta, ma il riscontro che sto avendo mi dimostra quanto ce ne sia il bisogno, anche se non a tutti è chiaro come possa aiutarli.
Provo quindi a spiegarvelo.

In cosa consiste il cancer coaching?

Dopo una prima sessione conoscitiva, che io offro sempre gratuitamente, la persona ha modo di “sentire” se il coach può essere la sua guida e il coach può valutare se questa persona è pronta a seguire il percorso.
In caso positivo, si concordano delle sessioni di circa un’ora, possono essere degli incontri di persona o al telefono o in videochiamata, quello che per la persona è più comodo, perché è importante che si senta a proprio agio, anche nell’anonimato di una telefonata se preferisce. Anzi, quest’ultima risulta essere proprio la modalità preferita! Lo dimostra il fatto che il 75% delle sessioni di coaching in tutto il mondo vengono fatte via telefono, proprio per la possibilità di annullare le distanze e il vantaggio di sentirsi più liberi di esprimere il proprio sentire! Da parte del coach c’è l’abilità di comprendere e cogliere tutte le sfumature, accogliendo come un’energia senza barriere le espressioni del malato.
Il percorso di coaching è relativamente breve e permette di ottenere già dopo poche sedute risultati concreti, applicando i metodi acquisiti alla vita quotidiana fin da subito.
Il percorso viene sempre costruito su misura in base alla persona, al suo vissuto, alla sua ricettività al cambiamento. Per alcune persone sono sufficienti 6 sedute, per altre 8 o 10.

A cosa serve il coaching per affrontare il cancro?

Il coaching allena i pensieri, gli atteggiamenti e i comportamenti rendendoli più efficaci per migliorare il modo in cui reagisci a ciò che ti capita, gestendo al meglio gli stati d’animo e la relazione con sé stessi e con gli altri.
La relazione tra mente e corpo ormai largamente dimostrata, convalida che reazioni ed emozioni sono la chiave con cui interpretiamo la realtà che viviamo, cambiando la nostra attitudine mentale grazie al coaching, possiamo agire sulle nostre reazioni e gestire meglio le emozioni in modo da viverle appieno senza esserne sopraffatti.

Dalla diagnosi il cancer coach ti aiuta a reagire allo shock, a reagire alle ansie e paure causate dell’incertezza della guarigione e a trovare la tua strada verso le cure, passando da uno stato vittimista a uno stato pro-attivo in cui il malato diventa artefice della propria salute.
Le sedute di cancer coaching sono utili anche ai caregivers: allenano le persone vicine al malato ad essergli di supporto nel modo migliore, ma anche a gestire le ansie, le emozioni, lo stress che loro stessi vivono e che passa in secondo piano rispetto al malato.

Durante la terapia, il cancer coaching permette di vivere il più serenamente possibile esami e cure, ma soprattutto aiuta a mantenere un atteggiamento positivo per supportare efficacemente le cure e trovarsi preparati agli effetti collaterali. È scientificamente dimostrato che le cure funzionano di più con chi ha un atteggiamento positivo! Diversi medici, non solo oncologi, affermano quanto sia più semplice consigliare terapie ed ottenere un buon risultato con una persona mentalmente ed emotivamente equilibrata. Ecco perché è importante lavorarci con un cancer coach se da soli non si riesce a mantenere questo equilibrio.

Dopo le cure il cancer coach ti stimola a focalizzarti su te stessa e sul tuo benessere a 360 gradi, ti insegna ad amarti, a mantenere un contatto tra corpo e mente, ti aiuta a riprendere la vita “normale” uscendo dallo stato mentale di “malato”. Dopo le terapie e la guarigione ci si può sentire disorientati e “abbandonati”, ma con un cancer coach non si è mai soli, perché è sempre al tuo fianco per supportarti e stimolarti, aiutandoti a trovare le risorse nascoste in te.

Perché rivolgersi a un cancer coach piuttosto che a un life coach o un mental coach?

Alla base di queste tre figure professionali, c’è sempre il metodo del coaching, applicato allo stile di vita o all’approccio mentale, ma solo un cancer coach ha competenze specifiche fondamentali per guidare un malato di tumore.
Nel mio percorso di formazione, oltre al diploma in Coaching, ho studiato psiconcologia, medicina olistica, medicina omeopatica, psicosomatica, fitoterapia, nutrizione in oncologia, … Questo non significa che sono un medico o un professionista in queste discipline, ma che, a differenza di un semplice coach, ho delle competenze specialistiche per integrare la mia attività in modo interdisciplinare a quella degli altri professionisti coinvolti nel tuo percorso, come oncologi, psicologi, nutrizionisti, ecc.

Ci tengo sempre a precisare che NON SONO UN MEDICO, NON SONO UNA PSICOLOGA, NON SONO UNA NUTRIZIONISTA, non posso e non voglio sostituirmi a queste figure, quello che faccio è costruire con la persona un percorso di “allenamento” delle sue risorse nascoste per supportarla e guidarla ad affrontare al meglio la diagnosi, le terapie, il post-terapie, le ripercussioni del cancro nella coppia e nella famiglia.

Il percorso di cancer coaching è costoso?

Non posso parlare a nome di altri Coach professionisti, quindi faccio riferimento al mio lavoro. Essendo stata io stessa una malata di tumore e avendo vissuto questa esperienza per ben due volte, ho molto chiaro quanto possano essere costose le cure, per questo ho scelto di mantenere il costo delle mie prestazioni ad una soglia che consente a tutti di potersi permettere almeno una seduta al mese. Un percorso di coaching è un “allenamento” e costa meno di un abbonamento in palestra!
D’altra parte la mia scelta è quella di lavorare come libera professionista, per svariati motivi: in primis la possibilità di formarmi autonomamente seguendo corsi continui di aggiornamento, in secundis per non avere vincoli territoriali, per poter venire incontro a più persone possibile che ritengono di avere bisogno del mio aiuto. Attualmente copro principalmente le zone di Rimini e Bologna, ma a distanza seguo persone in tutta Italia. Cosa che non potrei fare se fossi stipendiata da associazioni o poliambulatori che richiedono esclusività e presenza.
Infine perché credo che essere autonomi, aumenti la crescita personale e professionale, nonostante non sia facile e magari meno redditizio di altre situazioni!

Per finire, mi sento di darti un consiglio, quando valuti le diverse opzioni possibili per supportarti nella cura (fitoterapia, medicina orientale, cancer coaching, ecc.), che sia io o un altro professionista, ricordati che la tua salute fisica va di pari passo con la tua salute mentale, un’unione imprescindibile che migliora la tua qualità di vita!
Il cancro ha mille ragioni, ma una fra tutte è che è arrivato il momento di metterti in primo piano: tu sei la priorità, e tutto il resto andrà bene se tu starai bene!

So che questo articolo non può essere esaustivo, quindi per tutte le vostre domande non esitate a contattarmi!

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