Fare il caregiver per scelta

Fare il caregiver per scelta. Una decisione di vita.

Le avevano detto che non c’erano speranze. Che non avrebbe superato l’anno e che avrebbe dovuto trascorrere il Natale senza di lui.
Ma Silvia non ci ha mai creduto veramente.

Nel profondo del suo cuore ha sempre tenuto viva una piccola fiamma di speranza, anche se mantenerla accesa e vivida era diventato sempre più difficile, dopo quella diagnosi terribile del 18 novembre 2018.

Quello è il giorno in cui ha scoperto che suo marito, Matteo, era affetto da Linfoma intestinale di tipo non Hodgkin a grandi cellule B.
Da quel momento in poi è iniziato il calvario. Un iter doloroso, fatto di terapie da seguire, farmaci, visite frequenti in ospedale, ricoveri più o meno lunghi per intraprendere il percorso di cura.

La sua vita e quella di Matteo sono cambiate per sempre.

Fino a quel giorno, la loro era stata una convivenza tranquilla, senza grandi scossoni.

Un cielo sereno attraversato solo da poche nuvole. Passeggere e mai preoccupanti.
Così come accade nella vita coniugale di tante coppie che vivono la loro quotidianità fra alti e bassi.

L’arrivo della malattia ha sconvolto improvvisamente questo equilibrio, finendo per mettere a dura prova il loro rapporto e ciò che l’uno rappresentava per l’altra.

Silvia e Matteo si sono così trovati di fronte alla prova più difficile da superare.

Dubbi, paure, domande.
Erano tanti i pensieri che attraversavano la mente di Silvia e quella di Matteo.
Talmente “pesanti” che era impossibile poterli mettere a tacere e nasconderli sotto una coltre di silenzio e di “se faccio finta che tutto questo non sia mai esistito, sarà come essersi svegliati da un brutto incubo”.

E’ stato allora che Silvia, su consiglio dell’amica, ha chiesto il mio aiuto.
Il mio compito è stato prima di tutto quello di renderla consapevole del suo ruolo e dell’importanza che la sua presenza e supporto poteva avere per Matteo.

Silvia, senza neanche accorgersene, era diventata caregiver.

Un ruolo senza dubbio scomodo e pieno di ostacoli e sofferenze. Ma così essenziale per chi è ammalato e si trova ad aver bisogno di tutto l’amore, la comprensione e la forza di cui si possa essere capaci.

Sin dai primi dialoghi con Silvia mi è stato subito chiaro ciò di cui lei aveva davvero necessità: risposte, delucidazioni, consigli ma soprattutto comprensione.

Sì, perché è la comprensione il sentimento di cui avverte più esigenza la una persona che, senza aver mai neanche immaginato un presente dominato dalla malattia, si trova a dover fare i conti non solo con il cancro e con il terrore di perdere la persona più importante della sua vita, ma anche con il senso di frustrazione ed impotenza che nasce nel vedere ogni giorno tuo marito soffrire ed ingaggiare una lotta con il dolore, senza poter fare assolutamente nulla per fermare tutto questo.

Un treno in corsa verso la paura e l’incertezza.

C’è chi dice che l’amore ha il potere di superare, da solo, qualunque barriera ed ostacolo. Io credo che chi ha detto questo, non aveva mai vissuto l’esperienza del caregiving.

Non è sufficiente amare il proprio marito per poter essere in grado di aiutarlo a vincere la malattia ed intraprendere un percorso di autoguarigione.

Occorre avere una consapevolezza precisa.

Quella forza e quella sicurezza che si ottengono solo quando si è stati opportunamente formati per sostenere il peso della malattia e per essere di aiuto e sostegno a chi ci sta a fianco e ha bisogno di noi.

Silvia questo l’ha capito bene.

E da qualche mese segue con me un percorso di cancer coaching per diventare una donna, una compagna ma soprattutto una caregiver migliore per Matteo.

Matteo è solo all’inizio del percorso di cura che lo porterà a vincere la malattia.
Ma la forza di Silvia è diventata la sua.
Il coraggio della compagna è diventato un porto sicuro in cui rifugiarsi.
La determinazione e la fermezza di Silvia, che oggi trapela in ogni suo gesto, sorriso o abbraccio, ha rinvigorito la sua fiducia nei confronti del futuro, demolendo, giorno dopo giorno, la paura cieca da cui era avviluppato.
Sicuramente senza amore questo non sarebbe mai successo. Ma tutto questo è stato possibile perché Silvia ha preso la decisione più giusta.

Silvia ha scelto la VITA, la miglior scelta possibile. E così ha fatto Matteo. Insieme a lei.

La malattia, in fondo, ti priva di tante, troppe cose, ma offre, di contro, un dono meraviglioso: la possibilità di rendere grazie ogni giorno di più di ciò che abbiamo.

Ed ogni giorno si trasforma in un’opportunità preziosa che ci viene data per amare la vita e tutto ciò che essa significa e per ricominciare a riprenderci in mano ogni singolo pezzetto del nostro tempo, così prezioso anche se arricchito di qualche cicatrice in più sopra la pelle e sul cuore.

Oggi Silvia e Matteo lottano fianco a fianco, si tengono la mano nel cammino che li attende.
Sulle loro spalle portano un bagaglio di esperienze, emozioni e conoscenze che li ha resi diversi da quelli che erano 1 anno fa. Ma più uniti.

Se anche tu stai vivendo un’esperienza simile a quella di Silvia e vuoi raccontarmi la tua storia, contattami!

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