Il farmacista esperto in coaching oncologico

Come migliorare la comunicazione fra paziente oncologico e farmacista

Essere farmacisti significa trovarsi ad aiutare ed assistere ogni giorno pazienti con diverse necessità e bisogni. Chi riceve una diagnosi di cancro si trova a vivere, più di chiunque altro, le conseguenze di un evento drammatico, capace di sconvolgere e turbare profondamente la quotidianità di chi ne viene colpito.

Il farmacista è la figura che, dopo il medico oncologo e l’infermiere, è parte integrante del percorso terapeutico che coinvolge il paziente oncologico. In farmacia la persona affetta dal cancro si reca ogniqualvolta necessita del consiglio e della consulenza di un esperto e quando cerca, ad esempio, le risposte a domande pratiche su aspetti strettamente connessi alla malattia nella sua quotidianità.

Da questo punto di vista appare evidente l’importanza di una corretta ed adeguata comunicazione fra farmacista e paziente oncologico: solo ascoltando con attenzione le richieste della persona e dedicando il giusto tempo alla comprensione dei problemi psicofisici che egli manifesta, il farmacista potrà evitare di commettere errori e fornirgli informazioni non complete relative alla posologia e all’assunzione dei prodotti.

Incontrare direttamente il paziente oncologico, inoltre, porta il farmacista a misurarsi non solo con le proprie competenze e conoscenze tecnico-scientifiche, ma anche con le proprie capacità relazionali e interpersonali. Confrontarsi con i pazienti oncologici, così fragili dal punto di vista emotivo e psicologico, può mettere il farmacista di fronte a stress, ansie e turbamenti derivanti dalla paura di poter causare un danno o commettere errori che possono rischiare di compromettere la terapia. Il paziente, in realtà, per sua stessa natura si trova in una posizione di difficoltà rispetto al farmacista, perché in primo luogo non ne possiede le competenze e, in secondo luogo, si trova a vivere le dolorose conseguenze provocate dal cancro.

A questo si aggiunge il fatto che il farmacista ha a disposizione davvero poco tempo per capire chi ha di fronte, quando gli si presenta, e per entrare in sintonia con lui.

La verità è che non è facile rapportarsi con un paziente oncologico che ha bisogno del nostro aiuto, ma, spesso, non riesce a capire e a dirci di che tipo di aiuto necessità. Ogni paziente ha la sua personalità, il suo vissuto, le sue caratteristiche e i suoi bisogni. Vuole un consiglio ma magari si vergogna a chiederlo, cerca il sostegno di un esperto con lo sguardo ma le sue parole vanno in altre direzioni.

Inoltre, per un professionista non è facile tradurre in un linguaggio semplice e facilmente comprensibile conoscenze tecniche relative alle terapie farmacologiche.

Ad un osservatore superficiale il lavoro del farmacista potrebbe sembrare semplice e banale: la persona entra e presenta una ricetta, il farmacista legge il contenuto, cerca in qualche cassetto, stacca un fustello dalla confezione e lo posiziona sulla ricetta, comunica il prezzo, incassa e saluta. Il professionista, al contrario, sa bene che le cose non stanno realmente così. Chi entra in farmacia di solito è appena uscito dallo studio del medico, è stato visitato e gli è stata fatta una diagnosi e consegnata una o più prescrizioni. Spesso per necessità del medico il colloquio è stato sbrigativo e magari il paziente non ha avuto il tempo o il coraggio sufficienti per porre all’oncologo tutte le domande del caso.

Il paziente entra allora in farmacia alla ricerca di rassicurazioni, vuole capire, vuole avere consigli sulla terapia, suggerimenti sull’utilizzo del farmaco, vuole evitare guai maggiori informandosi sulle controindicazioni e sulle modalità di assunzione, vuole sapere se lo specialista che gli è stato consigliato è persona di valore oppure no.

A rendere la situazione ancora più complessa intervengono le paure e i turbamenti di chi già da tempo soffre per la diagnosi di cancro. È con queste che il farmacista si trova a dover fare improvvisamente i conti.

Rapportarsi ad una persona malata di cancro significa spesso caricarsi delle fragilità emotive di chi ci sta di fronte: fa parte dell’essere umano entrare in empatia con il prossimo, condividendo la sua condizione psicologica.

Ecco che allora la necessità per il farmacista di ricavare un momento sufficientemente lungo del proprio tempo per trasformare un’occhiata in un colloquio, un gesto in un ascolto attento premuroso, imparando a gestire la sua emotività da professionista. Tempo che verrà ripagato con la fidelizzazione e la fiducia del paziente, che si sentirà giustamente accolto e compreso.

Controllare le proprie emozioni e allo stesso tempo confrontarsi con i sentimenti del paziente diventa assolutamente possibile se la consulenza viene condotta dal farmacista con gli strumenti e le nozioni adeguati ad affrontare la situazione. Una volta, infatti, compreso l’approccio più efficace da adottare nel dialogo con il paziente oncologico, il farmacista sarà in grado di comprendere al meglio le esigenze del proprio interlocutore, arricchendosi sia sul piano professionale che sul piano umano ed emotivo grazie agli stimoli e agli scambi avuti con chi richiede il suo aiuto.

Tutto questo va ben oltre l’utilità pratica di fornire una cura corretta sul piano farmacologico. Se la consulenza erogata dal farmacista viene condotta in maniera adeguata a gestire e analizzare fino in fondo le esigenze del paziente, il professionista è perfettamente in grado di migliorare enormemente la qualità della vita del paziente.

Il percorso di formazione, che ho potuto sviluppare grazie ai lunghi anni di esperienza al fianco dei professionisti e delle donne malate di cancro, ha l’obiettivo di dare al farmacista le risorse giuste per potenziare le proprie competenze, permettendogli di comprendere al meglio le delicate e complesse dinamiche che caratterizzano il paziente oncologico e, di conseguenza, di aiutare la persona al meglio delle proprie capacità.

Si tratta di un corso specifico, studiato per rendere le figure mediche coinvolte nella terapia – medici, infermieri, farmacisti – caregiver competenti e capaci di soddisfare le esigenze del paziente oncologico, migliorandone la qualità della vita.

Se desideri ricevere maggiori informazioni relativamente al percorso, contattami e ti spiegherò tutti i benefici e i dettagli del corso.

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