Sei un professionista della relazione di aiuto? Leggi questa storia, perchè potrebbe esserti utile. Circa 30 anni fa ormai, mi ritrovai davanti ad un medico che mi disse: “Signorina, nel 70% dei casi morirà, nel 30% si potrà salvare”. Avevo 18 anni e non avevo mai sentito parlare di un raffreddore, figuriamoci di un Linfoma Non Hodking. La mia reazione è stata di sconcerto, di confusione, di incredulità e di incazzatura. Il mondo mi crollò addosso e tutti i sogni di quella ragazzina, che voleva viaggiare e ballare, andarono in frantumi. Quelle parole sono rimaste indelebili e hanno fatto da colonna sonora a tantissime notti, prima di crollare sfinita, per diversi anni! Il giorno mi rialzavo, cercavo di fare ciò che dovevo fare, ma il pensiero latente era sempre: “Ce la farò?”
Solo dopo aver affrontato e superato, a mio modo, ciò che mi era capitato, ho imparato che quelle parole avevano avuto un peso di un macigno, di cui mi sono liberata solo dopo svariati anni. Ma come sarebbe andata, se avessi avuto un professionista più empatico, più umano, più capace a gestire le sue e altrui emozioni? Quale sarebbe stata la mia reazione? Anziché passare anni di paura e disagio che si riversava su tutte le aree della mia vita.
Se vuoi saperne di più sulla mia storia, puoi leggere questo articolo dal titolo “Sogni anche tu di dare un senso a ciò che ti è successo?”
Spesso mi chiedo come sarebbe andata. Me lo sono domandata per diverso tempo e poi ho trovato CONFERME in tantissimi studi scientifici che dimostravano quanto l’effetto delle parole creano una reazione placebo o nocebo, un effetto di “ASPETTATIVA” che modula anche la risposta alle terapie!
Ci sono proprio TRIAL CLINICI dove gruppi di persone messe a confronto, hanno valutato la risposta “placebo” o “nocebo” che arrivava con uno o con l’altro modo. E le conferme sono state a dir poco disarmanti!!
Chi era convinto che avrebbe avuto un beneficio dalle terapie o da ciò che gli diceva il professionista, quel beneficio lo OTTENEVA nel 90 % dei casi! A chi invece era stato detto altro e non si era creata fiducia ed empatia, le convinzioni di poco beneficio lo portavano a realizzare la medesima cosa! Ti rendi conto che POTERE HAI? Che potere ha il professionista?
E allora oggi chiediti: “Quale professionista voglio essere? Da che parte voglio stare?”
La mia missione nel mondo oggi è formare professionisti della relazione di aiuto e caregiver che hanno a che fare con i pazienti oncologici ad usare una comunicazione più efficace, a sapere come rispettare lo stato d’animo altrui e a diventare capace di gestire la sofferenza mentale, emotiva e corporea altrui.
Perché la sofferenza nella vita è inevitabile, ma non deve assolutamente dipendere da altri, tanto meno da professionisti che dovrebbero essere lì per aiutarti per davvero.
Sei d’accordo con me?
Ti ricordo che le iscrizioni al mio Master, sono di nuovo aperte, e la prossima edizione si terrà, previa compilazione di un breve questionario, che ci farà capire se ci sono i presupposti per lavorare insieme. Se vuoi approfondire il Master, puoi guardare le video-testimonianze degli ex allievi cliccando qui.
Come dico spesso, il Master in Coaching Oncologico NON è per tutti. Ci sono migliaia di professionisti là fuori che lavorano per lavorare e se ne infischiano di come fanno stare le persone e di quali risultati portano, IO NON VOGLIO LAVORARE con loro. SE scrivi a me, fallo solo perché ami vedere cambiare la gente, migliorargli la Vita, nonostante il periodo più buio della loro esistenza e sei così attento e sensibile alla relazione con l’altro, che non riesci a dormire la notte se non sei sicuro di aver dato tutto il meglio che esiste.
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